Ad Alpicella di Varazze lo scorso 21 luglio si è tenuta la premiazione della XIV edizione del Concorso nazionale di poesia “Giovani senza confini”. Il primo premio è stato conferito a Vera Palomo nella sezione adulti per la poesia “Tè al gelsomino”. Alla stessa poetessa è stato assegnato il 7° premio per la poesia “Luce”. Il concorso di quest’anno aveva per tema “Per fare tutto ci vuole un fiore”, e ha avuto una partecipazione di circa 200 elaborati totali che sono stati esaminati da una qualificata giuria di otto persone. Alla premiazione, avvenuta nella gremita chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate, hanno partecipato il sindaco e molte autorità cittadine dell’Amministrazione, della scuola, della cultura e delle associazioni.
Le dieci poesie finaliste sia della sezione adulti sia della sezione bambini/ragazzi sono state recitate dagli autori , intercalate da interventi di qualificati ospiti che si sono esibiti in vari generi (musicali, ginnastica, prosa), il tutto coordinato da una simpatica presentazione e da una attenta regia che hanno reso la cerimonia di premiazione davvero interessante e molto piacevole.
Il testo della poesia “Tè al gelsomino” sarà scritto su una piastrella in ceramica ed esposta, agli inizi di settembre, sul lungomare di Celle Ligure dove sono esposte permanentemente le poesie vincitrici del Concorso “Giovani senza confini”, organizzato dall’ Associazione culturale Alberto Peluffo di Varazze.
Giovanni Laviosa
Té al gelsomino
Vibrano i petali di seta e di fuoco
di un geranio rimasto solo
nell’angolo di un illeso davanzale,
mentre il vento trascina la polvere
e l’odore aspro della guerra.
Aspetta ambasciatori di pace
recanti vasi di glicine fiorito.
Allora le fanciulle intrecceranno
nastri con petali di crisantemo
e getteranno nell’aria arcobaleni,
le spose orneranno il capo col mirto
che nascose ai satiri Afrodite.
Con rami di rosmarino fiorito
I costruttori innalzeranno pareti
dove appendere quadri
con cornici di biancospino.
Quando le intrepide stelle gialle
del calicanto, ci trarranno fuori
dai gelidi giorni dell’inverno,
nei tramonti di rosa e papavero
siederemo ancora sulla terrazza:
l’odoroso tè al gelsomino
avrà il sapore della pace.
***
Luce
Bruciano nel camino il vecchio tarlato
tavolo, inutile e pieno di ferite.
Nelle fiamme che guizzano crepitando,
si inseguono volti, mani, cene festose,
risate, giochi di bambini, incontri.
Lingue di fuoco si abbracciano
come petali nelle corolle di seta,
si stringono nelle piccole gemme,
custodi della potenza creativa.
Oltre non c’è che mistero,
non ci sono più immagini
nello specchio di fuoco,
spenta anche l’ultima scintilla,
il camino ridiventa freddo,
nel grigio profondo silenzio,
resta il ricordo del fiore di luce.
Forse, mentre instancabile
s’affatica la ruota del tempo,
nulla svanisce del tutto:
domani qualcuno,sicuramente,
spargerà la cenere leggera
sotto il cespuglio delle rose